Oggi e sempre LOTTOMARZO

Ci avviciniamo a compiere un compleanno importante. 40 anni di lotte a fianco delle tante associazioni, comunità locali impegnate come noi per la giustizia sociale e la pace, sostenendoli nelle loro richieste di inclusione sociale, diritti umani e democrazia.

Fin dalle origini e per volontà della nostra fondatrice, Luciana Sassatelli, l’ottica di genere, il sostegno e il lavoro insieme ai movimenti e gruppi di donne è stato centrale nel nostro agire.

Una scelta non scontata visto che a livello globale, recenti ricerche hanno evidenziato come le organizzazioni di donne e femministe da anni nonostante stiano portando avanti i più grandi cambiamenti progressisti nelle varie società lavorando anche in un’ottica internazionale  (70 i paesi analizzati) siano anche tra quelle maggiormente sotto-finanziate e le attiviste minacciate costantemente di violenza.

Un dato che in questo 8 marzo ci deve far riflettere e non può che portarci anche quest’anno ad aderire in modo convinto alle manifestazioni indette da Non Una di Meno che si terranno in Italia e in vari paesi dove siamo attive.

Manifestazioni uniche perché riescono a fare, come nessun altro movimento, della lotta alla violenza, alle rivendicazioni di equità e diritti elementi di proposta per un cambiamento radicale “del sistema di sviluppo e consumo, delle tirannie dei generi e dei confini”.

Denunce e proposte che non possono prescindere dall’affrontare il tema della violenza.

Nella settima mappa dell’intolleranza di Vox Diritti le donne rimangono tristemente il primo bersaglio e il rapporto definisce “drammatica, la concomitanza dei picchi d’odio con i femminicidi” Una nuova ricerca realizzata negli Stati Uniti intitolata “Monetizing misogyny: gendered disinformation and the undermining of women’s rights and democracy globally” affronta la disinformazione di genere e gli attacchi online contro le donne in politica e di come tutto questo disincentiva la partecipazione pubblica e politica delle donne.

I costi della violenza maschile sono invece l’oggetto di una ricerca svolta da Ginevra Bersani Franceschetti, economista diplomata in Finanza all’Institute d’Etudes Politique di Parigi, e Lucile Peytavin che li hanno calcolati facendo la differenza tra la spesa per i danni derivanti dai comportamenti antisociali degli uomini e la spesa per i comportamenti antisociali delle donne. Le ricercatrici arrivando a dimostrare cifre davvero significative. La violenza maschile costerebbe ogni anno, complessivamente, 98,78 miliardi di euro (il costo della virilità in Francia è di circa 95 miliardi, 1700 euro procapite per l’Italia e 1400 euro per la Francia).

Come commenta Nadia Somma, dalle colonne de Il Fatto Quotidiano “Se gli uomini venissero educati alla cura di sé e degli altri rifiutando logiche predatorie e di dominio, se si comportassero come le donne, si avrebbe un abbattimento di costi per le conseguenze della violenza e ci sarebbero benefici che migliorerebbero la qualità della vita sia degli uomini che delle donne”.

Serve un cambiamento radicale e noi ci saremo per questo oggi e sempre #lottomarzo.