COSPE: fermatevi! Stop all’invio di armi e subito aiuti umanitari in Libano.

Il Libano è sull’orlo di una devastante crisi umanitaria. Gli attentati e i bombardamenti israeliani degli ultimi giorni hanno causato oltre 700 morti, tra cui almeno 90 donne e circa 50 bambini. I feriti sono quasi 2.000 persone e tra le vittime ci sono anche quattro operatori sanitari, come riportato dal Ministero della Salute libanese. Più di 500.000 persone sono costrette a fuggire dalle loro case, un numero che cresce di ora in ora.

Questo Paese, già profondamente provato da anni di crisi economica e politica, ospita quasi 2 milioni di profughi, tra cui 500.000 palestinesi dal 1948, 1 milione e mezzo di siriani ed è ora in una situazione di emergenza estrema. La popolazione e la società civile libanese si sta mobilitando in tutto il paese per l’accoglienza degli sfollati, le prime necessità e si moltiplicano per le strade e in rete le iniziative di solidarietà.

“Stiamo svolgendo un ruolo vitale nel fornire supporto essenziale alle famiglie sfollate dal Libano meridionale –racconta Huda Sweidan operatrice COSPE che in questo momento, pur vivendo a Beirut, è tornata nel Sud per non lasciare sola la famiglia e per dare aiuto alla popolazione – Con i bombardamenti israeliani che colpiscono ogni parte della regione, nessun posto è veramente sicuro.” E aggiunge “Nonostante queste difficoltà, c’è una significativa solidarietà sociale tra la gente. Molte famiglie che non sono state sfollate stanno aprendo le loro case a chi ne ha bisogno, offrendo loro supporto logistico, emotivo e persino finanziario. Questo sforzo collettivo è stato un pilastro cruciale di forza per gli sfollati, fornendo non solo rifugio ma anche un senso di comunità e speranza durante tempi così turbolenti”.

COSPE è attivamente impegnata in Libano dal 2015 con progetti mirati a sostenere la popolazione più vulnerabile. Attraverso il progetto MAKANI, operiamo nelle comunità di Souk El Ghareb e Jbeil nella zona del Monte Libano nel nord del paese, per ridurre le disparità nell’accesso all’istruzione primaria e prevenire la dispersione scolastica.

Questo progetto affronta la crisi con un approccio integrato, combinando servizi educativi, protezione dell’infanzia e supporto economico per le famiglie vulnerabili, con particolare attenzione alle madri. Lavoriamo con scuole che adesso però sono per lo più adibite a centri di accoglienza per gli sfollati e l’operatività è forzatamente limitata dagli effetti del conflitto. Inoltre, COSPE collabora con associazioni di donne nel progetto InclusiveNISSA, che promuove l’inclusione economica delle donne, in particolare nelle aree rurali del Mediterraneo orientale e meridionale. Donne e bambini che sono come sempre le principali vittime delle guerre.

Per questo insieme ad AOI chiediamo con forza:

• Un immediato cessate il fuoco
• L’apertura di corridoi umanitari sicuri per permettere l’accesso agli aiuti nelle comunità colpite.
• Un embargo immediato sugli armamenti per fermare l’escalation della violenza.
• La sospensione dell’association agreement tra l’UE e Israele, sulla base della violazione della Clausola sui Diritti Umani
• Un intervento immediato dell’Italia e delle istituzioni europee, insieme alla comunità internazionale, per sostenere le operazioni umanitarie e garantire la protezione delle popolazioni vulnerabili.
Gli sfollati, provenienti principalmente dai distretti di Bent Jbeil, Marjaayoun, Sour, El Nabatieh e Baalbek, stanno cercando rifugio in città come Beirut, Baabda, Aley, Saida e Chouf. La crisi si sta espandendo rapidamente e senza interventi urgenti, rischiamo una tragedia senza precedenti.

Il Libano, come Gaza e la Palestina, non possono essere lasciate sole. È tempo che la comunità internazionale agisca per evitare una catastrofe ancora più grande in quell’area di mondo in fiamme e che intervenga in primis sospendendo l’invio di armi ad Israele e attivandosi per l’apertura di una concreta iniziativa diplomatica e politica per l’autodeterminazione del popolo palestinese, la fine dell’occupazione militare israeliana in attuazione della risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 18 Settembre 2024, ponendo le basi per una pace giusta in grado di assicurare il rispetto dei diritti umani e la legalità internazionale in tutta la regione. La soluzione della questione palestinese, infatti, si pone sempre più evidentemente come chiave di volta per assicurare la pace e la sicurezza nell’intera area.

 

Nella foto campo profughi siriano  in Libano- Foto archivio COSPE 

Firenze, 27 settembre 2024