SE LA SOCIETA’ CIVILE E’ SOTTO ATTACCO: un dialogo aperto sulla progressiva restrizione degli spazi di partecipazione della società civile a livello nazionale e internazionale

Venerdì 14 giugno 2024 (sala Ketty La Rocca, piazza delle Murate , Firenze) dalle ore 17.00

COME REAGIRE ALLA RIDUZIONE DEGLI SPAZI PER LA SOCIETA’ CIVILE 

Alle 20.00 presentazione del libro del libro “Pop Palestine” con Silvia Chiarantini e Fidaa Abuhamdiya in collegamento da Ramallah

 

L’annuale assemblea dei soci e socie COSPE quest’anno si apre al pubblico nella giornata di venerdì 14 giugno.  A partire dalle ore 17 (sala Ketty La Rocca, in piazza delle murate a Firenze), si terrà un evento aperto al pubblico sulla progressiva restrizione degli spazi di partecipazione della società civile a livello nazionale e internazionale. Un dialogo aperto a cui parteciperanno associazioni giovanili nazionali e del territorio, Fridays for Future, Florence Must Act, Love My Way, IREOS ed esperti ed esperte a partire da Donatella Della Porta e poi insieme con Mario Biggeri, Vittorio Longhi, Celeste Costantino, Selma dos Santos Dealdina , Sam Ndlovu, e Leila El Houssi – ovvero il nuovo Advisory Board di COSPE, che sarà presentato nell’occasione.

COSPE ha deciso di aprire alla città il dibattito su un fenomeno che da anni è in aumento in quasi tutto il mondo e che COSPE osserva e sperimenta tanto in Italia che nei numerosi contesti in cui lavora all’estero.

Ovunque, si assiste a una forte repressione dei movimenti sociali impegnati nella protezione e promozione dei diritti umani e della giustizia sociale, di genere, climatica ed economica, spesso accompagnata e fomentata da propaganda e discorsi di odio verso specifici gruppi sociali, che ha fomentato anche la disarticolazione nella società civile organizzata e tra società civile e istituzioni.

Secondo il Rapporto Freedom House 2023, “un totale di 52 Paesi ha subito un calo relativamente alle libertà di espressione e manifestazione nell’ultimo anno, mentre solo 21 sono migliorati. Ad oggi, circa il 38% della popolazione globale vive in Paesi non liberi, la percentuale più alta dal 1997.

Questo è stato aggravato da conflitti determinati da aggressioni autoritarie (es. Russia, Israele e Azerbaijan) che hanno ridotto spazi di azione della società civile, non solo nei paesi e territori invasi, ma anche di quella che si è mobilitata a livello internazionale in solidarietà, di cui sono esempi le proteste studentesche contro il genocidio a Gaza, che vengono represse con abusi e violenze delle forze di polizia, sgomberi, detenzioni e intimidazioni, spesso nella quasi totale impunità.

In questa tendenza mondiale, l’Europa non fa eccezione. Secondo Civicus Monitor 2023, su 54 Paesi, lo spazio civico è ora considerato aperto solo in 19, ristretto in 19, ostacolato in 7, represso in 3 e chiuso in 6. Le violazioni più comuni delle libertà civiche documentate nell’ultimo anno sono state – in ordine di frequenza – l’intimidazione, la detenzione di manifestanti e l’interruzione delle proteste, la censura e l’approvazione di leggi restrittive.

In Italia, molti sono gli esempi di cambiamenti legislativi o normativi tra 2023/2024 che limitano l’azione delle Organizzazioni della società civile e dei media (la legge sugli “ecovandali”, che punisce con pene più severe il danneggiamento, il deturpamento, e l’uso illecito dei beni culturali e paesaggistici; la “legge bavaglio”, che limita la cronaca dei casi giudiziari non consentendo di riportare stralci o l’intera durata dell’ordinanza di custodia; il “decreto Piantedosi” che limita i soccorsi in mare).

E’ peggiorata inoltre, la criminalizzazione delle ONG che sostengono/aiutano/rappresentano migranti e persone con background migratorio, alimentata anche dalle politiche migratorie che si concentrano sulla securizzazione e l’esternalizzazione dei confini (memorandum d’intesa Albania-Italia, UE-Tunisia e rinnovo dell’accordo con la Libia) e da un discorso pubblico intollerante che fomenta il razzismo e i crimini d’odio.

Tutto questo determina gravi sfide alla capacità delle organizzazioni della società civile di lavorare in modo sicuro ed efficace ed esercita un effetto raggelante sulla libertà di espressione e sull’attivismo pubblico.

Comunicato integrale con i profili dell’Advisory Board COSPE

Per info: pamela.cioni@cospe.org ; anna.meli@cospe.org