Criminalizzazione del dissenso. Passa il decreto contro i diritti umani.

“Un grave attacco ai diritti umani fondamentali e alla democrazia in Italia. Il decreto DDL 1660 approvato stamattina non solo criminalizza il diritto alla protesta pacifica – dice Anna Meli, presidente COSPE-  ma introduce misure sproporzionate e draconiane che minano i principi basilari di uno stato di diritto”.

Come COSPE denunciamo con fermezza l’introduzione di pene severe per atti di resistenza passiva, di dissenso contro le grandi opere e di occupazione di immobili sfitti. Questo rappresenta un attacco diretto a chi, in modo pacifico e legittimo, esprime il proprio dissenso. Le sanzioni previste, come il carcere fino a 20 anni per chi protesta nei CPR o nelle carceri, sono inaccettabili e contrarie ai principi della Convenzione Europea dei Diritti Umani.

L’introduzione di pene per la cosiddetta “propaganda” delle lotte e per esprimersi in difesa dei diritti è un ulteriore passo verso la censura e la repressione delle voci dissidenti. Criminalizzare la resistenza passiva, etichettata come reato anti-Gandhi, è una chiara violazione dei valori non violenti che hanno ispirato movimenti di giustizia in tutto il mondo.

Inoltre, le misure discriminatorie contro gli immigrati, come il divieto di possesso di una SIM senza permesso di soggiorno, sono un chiaro esempio di razzismo istituzionale che non possiamo tollerare.

COSPE ribadisce il suo impegno nella difesa dei diritti umani, della giustizia sociale e della libertà di espressione, e condanna con forza questo decreto che rischia di riportare indietro il paese su temi di libertà civili e diritti fondamentali. Facciamo appello alla società civile, alle organizzazioni internazionali e alle istituzioni democratiche affinché si uniscano a questa lotta per la tutela della democrazia in Italia.

19 settembre 2024