Giornata mondiale dell’accoglienza. COSPE: “Diritti e dignità al centro contro le politiche di deterrenza”.

 

Lampedusa, 3 ottobre 2013: in un naufragio al largo dell’isola perdono la vita 368 persone. Bambini, donne e uomini che cercavano di raggiungere l’Europa nel disperato tentativo di trovare sicurezza.

Dal 2016 il 3 ottobre è diventato la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza. La ricorrenza è stata istituita per ricordare e commemorare tutte le vittime dell’immigrazione e promuovere iniziative di sensibilizzazione e solidarietà.

“Nel 2024 – dice Anna Meli, presidente COSPE – la deterrenza ha continuato ad essere la risposta dominante dei governi europei e statunitensi di fronte ai flussi migratori. Una strategia fallimentare che non solo non ferma le partenze, ma moltiplica le tragedie. Le morti lungo le rotte migratorie, dal Mediterraneo al deserto tra Stati Uniti e Messico, nelle coste atlantiche dal Senegal verso le Canarie sono una diretta conseguenza di queste politiche disumane. Anziché proteggere le persone, la deterrenza le spinge verso la morte, le torture nei campi profughi e la violazione sistematica dei loro diritti, sia nei paesi di transito che in quelli di origine“.

Anche gli Stati Uniti seguono la stessa linea. Questa costruzione simbolica e fisica delle frontiere è diventata l’approccio dominante, senza mai esplorare alternative, salvo rare eccezioni. Un esempio è la temporanea apertura dell’Europa ai profughi ucraini nel 2022, dopo l’invasione russa, o i modelli adottati da paesi come il Canada e la Colombia.

Le scelte catastrofiche delle guerre in Ucraina, Gaza, Libano, Sudan e in altre parti del mondo continuano a spingere milioni di persone a fuggire, l’emergenza climatica e la siccità, da regioni come il Sahel e il Corno d’Africa, aumentano ulteriormente le pressioni migratorie.

Nonostante questo l’Europa ha intensificato l’esternalizzazione delle domande di asilo, delegandole a paesi terzi. Dopo il controverso accordo con la Tunisia e quello con l’Albania anche il neo premier britannico ha affermato di voler siglare patti simili. Questa brutale insistenza sulla repressione non solo fallisce nei suoi obiettivi, ma è il simbolo di un’Europa e di un mondo che calpesta il diritto alla mobilità umana e scelgono l’apartheid di frontiera.

“Per COSPE – conclude Anna Meli-  queste politiche sono inaccettabili. È necessaria una svolta radicale, con un approccio che metta al centro i diritti alla mobilità umana e la dignità delle persone, non la loro repressione. Chiediamo sicurezza per i viaggi di tutte e tutti, di smettere di finanziare l’economia di guerra e scegliere la sicurezza mettendo al centro i diritti e la giustizia economica e sociale. Solo così onoreremo oggi, senza ipocrisie la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza”.

2 ottobre 2024